Le cappelle medicee nascono come luogo di sepoltura della dinastia della famiglia Medici a Firenze. Oggi ci soffermeremo sulla bellezza della Sagrestia Nuova: si tratta di un ambiente della basilica di San Lorenzo, che rappresenta uno dei capolavori di Michelangelo in qualità di architetto e scultore. Nata come pendant alla Sagrestia Vecchia di Brunelleschi e Donatello, oggi fa parte del complesso museale delle Cappelle Medicee.
Dopo la morte di due importanti figure della famiglia Medici, Giuliano duca di Nemours e Lorenzo duca d’Urbino, Leone X e Papa Clemente VII decisero di approntare per loro una sepoltura principesca.
Tra il 1523 e il 1525 Michelangelo fu scelto ad impegnarsi in questo progetto riguardante la basilica di San Lorenzo (luogo di sepoltura da ormai un secolo della famiglia Medici) a discapito della facciata, progetto che dovette abbandonare. Ma né la Sacrestia Vecchia realizzata da Brunelleschi e Donatello, né la cripta potevano ospitare altre degne sepolture, così che venne creata la Sacrestia Nuova.
Nella primavera del 1524 Michelangelo era al lavoro sui modelli in terra per le sculture e in autunno arrivarono i marmi da Carrara. Tra il 1525 e il 1527 dovevano essere state completate almeno quattro statue (tra cui la Notte e l’Aurora) e altre quattro erano già definite coi modelli[1].
Nel 1526 venne murata la prima tomba, quella di Lorenzo. Oltre alle sculture effettivamente esistenti, erano previste anche quattro allegorie fluviali (i fiumi dell’Ade, o forse i fiumi sotto il dominio mediceo) distese ai piedi delle tombe, delle quali resta solo il modello del Dio fluviale a Casa Buonarroti.
Il ritratto di Lorenzo venne eseguito tra il 1531 e il 1534, mentre quello di Giuliano nel 1533 veniva dato a Giovanni Angelo Montorsoli per le rifiniture. In quello stesso periodo l’artista preparava due statue allegoriche, il Cielo e la Terra, che avrebbero dovuto essere scolpite dal Tribolo e poste nelle nicchie ai lati della tomba di Giuliano, rimaste però vuote: altre due evidentemente dovevano essere previste per la tomba di Lorenzo.
La Sagrestia Nuova è un’opera innovativa. Partendo dalla pianta della Sagrestia di Brunelleschi, Michelangelo divise lo spazio in forme più complesse, con pareti con piani a livelli diversi. Sulle pareti elementi classici come archi, pilastri, cornici in marmo e in pietra. Le tombe si inseriscono nelle pareti interagendo con l’architettura e la cupola cassettonata.
Il tema dell’intera cappella è “il Tempo che consuma il Tutto”, riflettendo temi quali la vita dell’uomo e l’eternità. Nelle due pareti laterali si trovano i sepolcri dedicati a Giuliano duca di Nemours e a Lorenzo duca d’Urbino. Michelangelo creò le Allegorie del Tempo che simboleggiano il trionfo della famiglia dei Medici sul trascorrere del tempo. Le quattro Allegorie sono adagiate sopra i sepolcri, ai piedi dei duchi. Rispettivamente il Giorno (girato di schiena mostra solo l’espressione misteriosa degli occhi in un volto sbozzato) e la Notte (rappresenta l’abbandono durante il sonno) per la tomba di Giuliano de Medici e il Crepuscolo e l’Aurora (sembra colta nell’atto di svegliarsi e di accorgersi che Lorenzo non c’è per sempre) per Lorenzo. Per quanto riguarda i ritratti dei duchi, Michelangelo li scolpì nei minimi dettagli, seduti in due nicchie sopra i rispettivi sepolcri, uno di fronte all’altro, vestiti entrambi come condottieri romani.
Giuliano è rappresentato come un potente, con lo scettro e le monete, simbolo di magnanimità ed è l’uomo “attivo”. Lorenzo, conosciuto con l’appellativo “pensoso”, rappresenta l’attitudine contemplativa, la Malinconia e la parsimonia. Entrambi sono rappresentati non con fattezze reali, ma hanno un forte carattere psicologico, morale e spirituale. La spiritualità è presente anche perché Michelangelo realizzò e pose una Madonna con il Bambino con affianco i Santi protettori della famiglia Medici, Cosma e Damiano di fronte i duchi, sulla parete della cappella.