May 16, 2021 Geko 0 Comments

La Dott.ssa Vittorini Orgeas durante un restauro

Questa settimana il nostro blog Geko, continua sempre a parlarvi di arte come ha sempre fatto, ma in quest’articolo sarà toccato un punto di vista molto più tecnico e scientifico, volto alla tutela, al ripristino e alla conservazione dell’opere d’arte. Sicuramente avrete già intuito che parleremo di restauro!

Per aiutarci nella comprensione di questo interessantissimo universo, abbiamo chiesto ad un’esperta di raccontarci un pò di questa sua professione attraverso i suoi studi e le sue esperienze dirette sul campo.

Eleonora, perché sei voluta diventare restauratrice?

L’amore per l’arte che mi accompagna sin da bambina e la propensione alla concretezza legata alla mia personalità mi ha spinto a puntare su questa professione. Ho iniziato con un percorso universitario prettamente scientifico legato alla diagnostica per il restauro delle opere d’arte. A seguire ho poi integrato la mia formazione con una laurea in restauro di pitture murali, scultura e mosaico.

Ci racconti in che cosa consiste questo tuo lavoro?

Il lavoro del restauro richiede una preparazione altamente professionale di tipo interdisciplinare. L’operatore deve essere in grado di comprendere le problematiche conservative di un’opera d’arte e di individuare la corretta metodologia per un restauro finalizzato alla conservazione del manufatto. E’ inoltre importante che sappia dialogare con le diverse figure professionali solitamente coinvolte in questo tipo di lavori, come lo storico dell’arte a anche l’esperto scientifico.

Come ci si approccia ad un’opera o ad un oggetto da restaurare?

La metodologia per un approccio corretto ad un’opera da restaurare prevede una prima fase di ricerca storica per inquadrare il manufatto da un punto di vista della tecnica artistica e delle vicende conservative. Le indagini scientifiche possono essere utili in un momento preliminare al restauro come ausilio alla comprensione delle problematiche conservative, ma anche durante l’intervento stesso per guidare al meglio le operazioni. Il restauro vero e proprio rappresenta dunque il momento esecutivo in cui, a seguito di un’attenta fase di studio e osservazione, si devono rispettare i criteri di compatibilità, reversibilità e riconoscibilità dell’intervento.

Quant’è importante la conoscenza scientifica in questo approccio?

Estremamente importante. Quando si parla di conoscenza scientifica non si indica solo a livello di indagini diagnostiche eseguite da esperti scientifici, ma anche a livello prettamente esecutivo. Il legame, ad esempio tra il restauro e la chimica è indissolubile!

Ci puoi raccontare di un lavoro di restauro che per te è stato particolarmente interessante?

Fortunatamente la mia formazione in Opificio mi ha permesso di avvicinarmi a casi studio estremamente interessanti. Posso dire che, nonostante le mie più recenti esperienze come libero professionista, il mio lavoro di tesi riguardante il restauro di una scultura medievale è stato particolarmente stimolante, non solo per la complessità dello stato conservativo in cui versava il manufatto, ma anche perché, dividendomi tra laboratorio di restauro e quello scientifico, mi ha permesso di studiare un metodo innovativo legato all’uso dei batteri nel restauro. Grazie a questo ho potuto continuare a presentare il metodo e a scriverne un contributo in un recente libro.

Che cosa ti piace di più di questa professione e cosa ti piace meno?

Sicuramente il poter entrare in contatto con opere d’arte è l’aspetto più appagante di questo lavoro, meno, a volte, le posizioni faticose da assumere in cantiere!

Sappiamo che di recente hai pubblicato un libro sul restauro. Di cosa tratta?

Come accennavo, a seguito del mio lavoro di tesi sono stata contattata dalla Nardini editore per scrivere un contributo insieme al prof. Giancarlo Ranalli dell’Università del Molise e ad Eleonora Gioventù dell’ICR. Il libro, dal titolo “Il Biorestauro, batteri per la conservazione delle opere d’arte” tratta per l’appunto di metodi di restauro grazie all’uso di batteri, nello specifico di Biopulitura e Bioconsolidamento. Si tratta di metodi innovativi tuttora in fase di sperimentazione.

Consiglieresti a dei giovani di intraprendere questo mestiere? 

Come per ogni mestiere, consiglierei ai ragazzi di intraprenderlo se sentono propensione e gioia nel farlo. Anche in questo ambito ci sono difficoltà, soprattutto nel volersi inserire in ambienti particolarmente “gettonati”. Quello che consiglierei in ogni caso è di far conoscere e rispettare la propria professionalità, così come il mestiere del restauratore necessita.

Per chi volesse avvicinarsi a questo mondo del restauro, delle tecniche pittoriche… E’ possibile seguire un corso con te?

Sì, qui al Geko Art Studio, abbiamo preparato un corso per un primo approccio all’esecuzione di un affresco o anche al ritocco pittorico. A breve registreremo anche dei videocorsi disponibili e acquistabili online. Chiaramente, a seconda delle richieste, possono essere preparati dei corsi ad hoc.

La Dott.ssa Vittorini Orgeas durante la realizzazione di un esercizio della tecnica dell’affresco

Ringraziamo la Dottoressa Eleonora Vittorini Orgeas per averci dedicato il suo tempo e soprattutto per aver condiviso con noi la sua passione per questa professione!

Per ulteriori domande e curiosità sui corsi di affresco e di ritocco pittorico, potete scriverci a info@gekoartstudio.com oppure sulle nostre pagine social di Facebook e Instagram.