Vi sarà capitato di vedere sul web delle immagini di atlete sospese su un palo rappresentando una scena che sicuramente avevate già visto da qualche parte, magari passeggiando tra le sale di un museo oppure più comunemente sui libri di storia dell’arte.
Queste analogie o meglio parallels, così come sono stati definiti dalla loro ideatrice, Iliana Ciccarello un’artista poliedrica che a breve vi presenteremo, rappresentano un connubio mai visto prima tra arte figurativa e pole.
Il nostro studio d’arte ha voluto intervistare per voi Iliana per raccontarvi, oltre a tutto quello che si cela dietro a questo mondo, anche della bellissima collaborazione che è nata tra i due studi: il Geko Art si sta occupando degli shooting fotografici dei paralles, ma quest’anno è in arrivo un grande progetto che vedrà come protagonista proprio la sinergia tra la “Compagnia Colonna” e il “Geko Art Studio”.
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista. Non ci resta che augurarvi una buona lettura!
Iliana, chi sei?
Fondamentalmente mi definisco una creativa e questa parte sfocia in tanti rami che sono l’insegnamento, l’essere coach, essere formatrice di futuri istruttori, scrivere libri, disegnare, dipingere, scolpire, essere una coreografa; quest’ultima mi ha portato a fondare la “Compagnia Colonna” (non a caso una compagnia di sole donne) portandomi a creare dei metodi di insegnamento basati sul cercare di capire come trasmettere agli altri il mio pensiero, quindi tutto ciò che è anticonvenzionale rispetto a quello che è l’insegnamento classico. Ogni volta che insegno in realtà sono gli allievi che insegnano a me, mi spiego meglio: quando loro mi mettono di fronte ad un problema al quale devo trovare una soluzione, fanno sì che la mia creatività prenda forma, portandomi ad inventare le cose più incredibili diventando poi funzionali, in modo che le persone riescano ad imparare grazie a questi metodi alternativi.
Quali sono le tre parole che possono descriverti?
Resiliente. Trasformare. Mi piace far diventare ciò che è negativo, positivo e di conseguenza trasformare in una nuova immagine ciò che per gli altri non ha valore, in modo che possa diventare interessante e funzionale; sia esso un oggetto, una materia, un sentimento o un’emozione, è uguale. E’ la resilienza che mi interessa.
L’ultima parola è Aggrovogliamento. Il mio modo di fare è sempre quello di andare a trovare il dettaglio e la parte più profonda delle cose. Quando ci si va ad immergere nella profondità, spesso e volentieri, ci si ritrova ingarbugliati anche mentalmente su se stessi, ma di tutto quell’intreccio a volte a me interessa arrivare al bandolo della matassa quindi letteralmente cerco l’inizio di questo filo! Questa ricerca però può portare anche a delle sofferenze…
Com’è nata la passione per l’arte?
Sono contenta di questa domanda perchè “voglio dare a Cesare ciò che è di Cesare”. Fondamentalmente è stata mia sorella Sabrina che mi ha sempre spronata sin da piccolissima a disegnare. Ero come gli altri bambini, ma fino ad un certo punto, in quanto amavo anche star da sola! La mia infanzia è costellata da questi bellissimi ricordi, dove mia sorella mi spronava a disegnare stando in ginocchio usando una sedia come appoggio per i fogli e come compito mi dava quello di copiare i personaggi di Tom & Jerry o illustrazioni di qualsiasi genere. Io me ne stavo lì ore ed ore a fare questi esercizi che mi permettevano di entrare nel mio mondo fantastico e questa cosa non mi ha mai abbandonata, diventando la mia vita.
So che da ragazzina intraprendesti gli studi artistici. Che tipo di formazione hai avuto?
Stilista di moda, poi Accademia delle Belle Arti e successivamente mi specializzai in decorazione muraria. Inoltre sperimentai il linguaggio teatrale e del corpo attraverso la danza, cosa che continuo a studiare ancora oggi. Penso che attraverso la conoscenza della tecnica, la creatività possa crescere ed è per questo che sono stata molto felice di aver scelto questo percorso tecnico e tutt’ora ho deciso di dedicarmi alla scultura facendomi seguire dall’artista Octavio Palomino. Non avevo mai approfondito questa forma artistica e credo che sia l’ultimo tassello per completare la mia ricerca creativa, poiché attraverso di essa io riesco ad esprimermi.
A proposito di scultura, di tecnica… la mia è una domanda brutale: ma cosa c’entra la pole con la scultura?
Entrambe vivono di plasticità dei corpi. La plasticità nella pole normalmente non viene presa in considerazione; prevale il gesto tecnico dell’atleta. Io sono sempre stata attratta dal movimento, dalle linee e dall’espressività corporea.
Durante l’esecuzione dei parallels, spesso sono sia performer che coreogrofa essendo ideatrice di queste composizioni. Nel momento in cui costruisco questi miei “quadri scultorei” ovvero, quando dirigo la parte artistica, faccio muovere i corpi delle mie performers nello spazio ed io instintivamente sento di dover muovere il mio ad unisono con loro. E’ talmente tanta la mia simbiosi che mi sento dentro la scena anche quando sono fisicamente distante.
Quando invece sono protagonista dei miei parallels, con la mia figura cerco di far arrivare l’essenza del mio pensiero. Un altro aspetto fondamentale dei parallels è il fatto che si possa esprimere la drammaticità corporea; spesso scelgo dipinti o sculture che abbiano appunto questa valenza drammatica nel corpo e nel movimento.
Quindi mi stai dicendo che i parallels non sono solo ispirati alla scultura… A questo punto ci puoi spiegare che cos’è l’arte per te?
Esatto. Ogni forma artistica può essere fonte di ispirazione; dalla pittura, al teatro, passando per la danza sperimentale. Secondo me l’arte non vive di oggettività, bensì si esprime nella soggettività dell’individuo, per cui io sento che “l’arte è l’essenza della resilienza, per la sua capacità intrinseca di trasformare mondi bui in mondi di luce e di saper creare mondi concreti dal nulla…”
A proposito di paralles; è dunque la conferma di un legame molto stretto tra queste arti. Ma com’è avvenuto il primo parallel? Ci hai pensato oppure è arrivato per caso?
Lavorando con la Compagnia Colonna, un team di performers, tutte donne con ognuna le proprie caratteristiche e corpi muscolosi, quando sistemavo i loro corpi sul palo avevo come la sensazione di lavorare dell’argilla con le mani. Un giorno partecipando ad Italia’s Got Talent, i giudici vedendo l’esibizione affermarono che le ragazze della Compagnia sembravano proprio delle statue in movimento. Questa loro interpretazione, mi ha sempre affascinato e mi ha sempre fatto pensare. Poi mentre facevo una pausa dal mio allenamento quotidiano, vidi un’immagine di un quadro di Salvador Dalì: il “Cristo di San Giovanni della Croce” . Guardando quella foto, rividi immediatamente la somiglianza con una figura usata per la finale del Got Talent 2020. Andai subito sul palo e provai a riprodurre questo dipinto facendo una ripresa dall’alto. Questa creazione mi ha poi aperto un mondo, dando vita a questo nuovo progetto.
Come avviene la selezione delle opere da utilizzare per i tuoi parallels?
Le scelgo pensando che tecnicamente devo riuscire a riprodurle su uno o più pali. Inoltre devono essere opere che mi attraggono a livello visivo.
Chi sono i tuoi artisti preferiti da cui trai maggiormente ispirazione?
Per ora Michelangelo, Giambologna, Caravaggio. Tutti quelli che hanno in comune la torsione e la drammaticità dei corpi.
Dopo che ci hai parlato di questo legame tra l’arte e la pole, mi sembra chiaro che questa disciplina non sia solo uno sport. Come la definisci?
No, infatti. Solo la preparazione atletica è incredibile; la mia formazione iniziale è stata prettamente tecnica-sportiva servendomi tutt’ora tantissimo. Come la conoscenza tecnica in campo artistico è fondamentale per creare, così nella pole è altrettanto necessario avere una capacità atletica che supporti la parte creativa.
Tante volte anche con il mio maestro scultore Octavio Palomino ho affrontato questo discorso, anche lui mi ha sempre confermato che alla base di un talento c’è una forte componente di studio, costanza, disciplina e tecnica. Come vediamo, il parallelismo tra arte e sport è inscindibile.
Quindi in conclusione, qual è il segno distintivo che caratterizza il lavoro di Iliana Ciccarello?
Ciò che mi caratterizza è sicuramente la capacità di unire la delicatezza e la potenza in uno stesso corpo. Devi avere una certa raffinatezza nel gusto, o meglio capire il punto che potrebbe essere più espressivo. Normalmente una mano per stringere il palo presenta un grado di energia elevato; occorre invece riuscire a far emergere la sua delicatezza, la stessa presente nella scultura e allo stesso tempo mantenere la massima tensione su tutto il resto del corpo per contrastare la forza di gravità. E’ questa la sfida più ardua!
Insomma, è necessario avere una sensibilità artistica che ti faccia percepire tutta l’attenzione per il dettaglio.
Progetti futuri?
Per la prima volta vorrei che Iliana fosse conosciuta a 360 gradi non solo come poler, come coreografa e coach, ma per tutta la parte artistica che le appartiene.
Senza lo studio dell’arte e della sua storia io non potrei fare tutto questo e presto capirete il perchè…
Ringraziamo molto Iliana Ciccarello per la sua disponibilità e vi invitiamo a seguire tutte le novità in arrivo sui social media e i siti web.
Stay tuned!
Social media Iliana Ciccarello: @ilianaciccarello
Social media Colonna Pole & Postural: @colonnapoleandpostural
Social media compagnia Colonna: @compagniacolonna
Sito web: www.poleandposturalacademy.com
Social media Octavio Palomino: @octaviopalominosculptor
Social media Geko Art Studio: @gekoartstudio
Sito web: www.gekoartstudio.com e www.octaviosculptor.com
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