Oggi vi parleremo di alcune importanti sculture femminili a Firenze, uno di questi è il famoso busto di Costanza Bonnarelli. L’opera fu realizzata tra il 1636 e il 1638 circa dallo scultore Gian Lorenzo Bernini. Si tratta di un ritratto in marmo, alto circa 72 centimetri. Per pochi anni il busto fu esposto all’interno della Galleria degli Uffizi, fino al 1645, poiché donato al cardinale Giovan Carlo de’ Medici, e successivamente fu trasportato al Museo Nazionale del Bargello, dove è conservato tutt’ora insieme a molte statue rinascimentali di artisti importanti, quali Michelangelo, Donatello, Giambologna e molti altri.
Quest’opera ha una storia particolare in quanto è stata realizzata come opera “privata” dell’artista, cioè fatta con ogni probabilità per se stesso e non per un committente, ritraendo la donna che per un periodo fu sua amante, Costanza Bonnarelli, appunto. Lo lascia pensare anche la circostanza che il busto-ritratto rimase a lungo nell’abitazione dello scultore stesso.
Costanza Bonnarelli era una donna dall’animo imprenditoriale. Figlia di uno stalliere e moglie di Matteo Bonarelli o Bonucelli, uno scultore, allievo del Bernini. La donna aiutava suo marito in bottega, occupandosi delle vendite e dei clienti. In base a recenti studi proveniva da una famiglia legata al ramo viterbese dei Piccolomini. Inoltre, secondo la biografia redatta dal figlio del Bernini, Domenico Bernini, questa donna sarebbe stata amante dello stesso Gian Lorenzo, ma contemporaneamente avrebbe frequentato il fratello dello scultore, Luigi. Stando alla storia, un giorno, prima dell’alba, Gian Lorenzo chiese di preparare la carrozza con la scusa di recarsi in campagna, invece si diresse allo studio in zona San Pietro, dove lavorava e dove vicino abitava la donna. Arrivato di fronte alla casa dell’amata, dall’abitazione vede uscire suo fratello Luigi, accompagnato da Costanza che aveva ancora un aspetto trasandato, con i capelli in disordine, lasciando intuire che i due avessero trascorso del tempo insieme. Colmo d’ira, e accecato di gelosia Gian Lorenzo insegue Luigi e durante la furiosa lite colpisce il fratello con un’asse di ferro, sino a rompergli due costole. Luigi fu salvato grazie all’intervento di alcuni passanti che frenarono l’ira dell’artista. Questo incidente non ebbe ripercussioni sulla carriera dello scultore poiché, a richiesta della madre dei Bernini, Papa Urbano VIII riuscì a tramutare la punizione in una semplice ammenda pecuniaria.
Il ritratto di Costanza Bonnarelli resta una vera eccezione nell’intera produzione ritrattistica del Bernini. Il busto del Bargello è il solo ritratto scultoreo noto dell’artista che raffiguri una persona comune, invece di nobili, prelati, papi e sovrani, come i molteplici busti Berniniani. Un vero atto d’amore. Ritrae la donna, in modo molto naturale, come sarebbe apparsa nell’intimità quotidiana, con i capelli spettinati e la camicia aperta: lo sguardo è fiero, leggermente sorpreso, e le labbra carnose appena dischiuse. Il collo è robusto, i capelli sono lievemente scomposti, gettati indietro per dar luce all’ampia fronte. L’acconciatura di trecce raccolte dietro la nuca della donna è allentata, la veste è leggera e presenta un semplice nastro che segue la scollatura aperta sino a far intravedere il florido seno. La straordinaria vivezza può essere prova del particolare sentimento che legava l’artista alla donna. Le superfici risultano gradevoli, levigate soprattutto sul viso e sul collo, mantenendo tale piacevolezza anche sulle ciocche di capelli arricciate e sulle pieghe della veste. Il busto della Bonarelli viene spesso associato all’attività del Bernini pittore costituita per l’appunto da ritratti e autoritratti realizzati per diletto personale, raffigurazioni di persone comuni, quasi sicuramente anch’essi non commissionati da nessuno. A differenza degli altri busti in marmo, quello di Costanza non ha la funzione di veicolare un’immagine ufficiale dello status, del rango e del ruolo sociale della persona raffigurata, ma è stato realizzato nella piena libertà dell’artista, privo delle preoccupazioni per le esigenze di un committente, ne restituisce un momento qualunque della sua vita in cui è forse dato cogliere anche i sentimenti e il legame personale che corrono tra il soggetto ritratto e l’autore dell’opera.
Un altro ritratto di donna di cui vogliamo parlarvi oggi è SHIORI dell’artista Octavio Palomino. Il busto non ha alle spalle una storia di passioni come quello della Bonnarelli. Rappresenta il ritratto di una modella, amica dello scultore, proveniente dal Giappone. Ciò che accomuna le due opere sta nella scelta del soggetto, quindi la rappresentazione di una persona comune in una naturale della posa di vita quotidiana. Il ritratto rappresenta questa giovane donna con i capelli gettati all’indietro per dar luce al volto, gli occhi sono socchiusi e le labbra appena accostate. La testa della donna è leggermente rivolta verso l’alto e sembra quasi che il vento le accarezzi il volto.
L’opera è stata realizzata in gesso e ha un’altezza di circa 50 centimetri ed è ora esposta nella galleria Geko Art Studio. Questa galleria si trova poco distante dal centro di Firenze ed è anche sede dello studio dello stesso artista che oltre che dedicarsi al suo lavoro di scultore si dedica anche alla professione di insegnante presso il suo studio. Se sei interessato a partecipare ad uno dei suoi corsi, visita il nostro sito o le nostre pagine social, affrettati i prossimi corsi partono a settembre!